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Latina. Zuccherificio ed ex Rossi Sud, strana commistione tra pubblico
e privato. E i Democratici di Sinistra pontini scrivono alla Regione
Una lettera aperta a Fazzone e Storace di Giorgio De Marchis
e Federico D'Arcangeli, rispettivamente capogruppo Ds al Comune di
Latina e alla Provincia in materia di fondi strutturati (Docup
1994-1996, Docup 1997-1999, Agenda 2000-2006).
«Quanto di seguito riportato travalica la pur legittima polemica tra
gli schieramenti, ponendo nel merito atti e comportamenti se non radicalmente
modificati rischiano di vanificare progetti e le notevoli risorse
pubbliche inerenti».
I fatti. Nel Docup 1994-1996 la Regione Lazio approvò, tra gli altri,
due progetti riguardanti il recupero dell'ex zuccherificio di Latina
Scalo e le opere di ristrutturazione dell'ex cotonificio Rossi
Sud a Latina, per finanziamenti di oltre 37 miliardi di lire.
L'inizio dei lavori fu definito con apposite delibere della Regione a fine
del 1996, esse comportavano entro 24 mesi la ristrutturazione dell'Intermodale
e del primo stralcio della Rossi Sud. La Commissione dei tecnici
della Regione certificò - secondo gli atti consegnati al Comune di
Latina - il 23 dicembre 1998 la data di fine lavori. Si evince
quindi che nel primo caso (Intermodale) sono passati ben tre anni
e che nel secondo caso (Rossi Sud) non si conosce la data.
«Primo quesito. Sulla base di quale norma comunitaria di quanti anni
la Regione Lazio può derogare rispetto l'effettiva utilizzazione
delle aree ristrutturate. Vi è sicuramente noto che le uniche
attività del Centro Intermodale di Latina Scalo sono riferite al
semplice passaggio di treno merci giornaliero del vecchio centro
le cui operazioni sono eseguite da due unità lavorative già
occupate nell'area. Vi è noto altresì che per la Rossi Sud sono
ancora in corso opere consistenti per le quali l'Amministrazione
Provinciale di Latina è orientata a richiedere ulteriori 20-30
miliardi (la cifra esatta non è a nostra conoscenza) per la
definitiva riconversione del sito in attività di un non meglio
specificato "polo fieristico". È prevedibile che per queste ragioni
il progetto non verrà alla luce prima di ulteriori tre anni a sette
anni dalla data di erogazione di finanziamento CEE».
«Secondo quesito. Sulla base di quale norma comunitaria la Regione
Lazio può approvare e quindi finanziare e magari rifinanziare
(Docup 2000-20006) progetti che prevedono i seguenti assetti societari.
Intermodale: società a capitale prevalentemente pubblico pari al 96%
costituito dal conferimento del bene realizzato con fondi CEE e
cofinanziamento pari a circa 7 miliardi del Comune di Latina.
Rossi Sud: costituita apposita S.r.l. società di scopo (20 milioni
di capitale) la cui presidenza è affidata all'avvocato Paride Martella
e Amministratore Delegato è nominato l'Assessore alle attività produttive
Stefano Orsini.
Entrambe le società hanno lo per scopo, fra le altre incombenze, la
gestione diretta delle strutture. Nel caso dell'Intermodale si è
determinato una sorta di "mostro giuridico-amministrativo" in quanto
l'accesso dei soggetti privati è condizionato di concessione trentennale
di aree che rimangono di proprietà della suddetta società e non più
del Comune di Latina. Ogni commento appare superfluo. In generale
si osserva che con queste operazioni (forse uniche in Italia e in
Europa) viene radicalmente stravolto il concetto fondamentale dei
fondi strutturati che prevede le condizioni per le quali vanno
nettamente separate le funzioni tra pubblico e privato sottintendendo
la ferma volontà di respingere qualsiasi velleità di gestione pubblica
e diretta di strutture e infrastrutture che vanno con altre competenze
gestite (bando di evidenza pubblica costituzione di consorzi o imprese
- canoni locativi). Esiste sul territorio un esempio concreto:
il Mof di Fondi. In questo caso i 75 miliardi erogati dallo Stato
per l'ampliamento del mercato sono recuperati attraverso accordi con gli
operatori privati, ai quali nel modo del tutto autonomo è affidata
la gestione commerciale del mercato ortofrutticolo.
In sostanza, quello che a Fondi è rispetto delle regole nella separazione
netta delle competenze, a Latina è completamente ignorato, preferendo
tortuose e improponibili ipotesi societarie in netto contrasto con
quanto stabilito dalla Comunità Europea. Quanto sommariamente denunciato
è facilmente riscontrabile negli atti ufficiali che ci apprestiamo
a sintetizzare in apposito dossier. Siamo convinti che data l'importanza
dei dati rilevati la Regione Lazio, attraverso i propri organismi,
recuperi questo stato di cose nominando, se è il caso,un commissario
ad acta che controlli gli atti compiuti e formuli diverse opzioni
per l'uso delle infrastrutture. Tutto ciò non solo in virtù
di un chiarimento di fondo su tali questioni ma anche in previsione
dei finanziamenti comunitari di Agenda 2000 i cui criteri
appaiono rigorosi e incontrovertibili. Auspichiamo in questo contesto
che la Regione Lazio assuma senza compiacimento atteggiamenti coerenti
con tutte le Amministrazioni senza distinzione di colore politico
sulla applicazione dei contenuti del Docup 2000-2006 e sulla vigilanza
degli atti su quanto avvenuto dal 1994 ad oggi.
Rita Bittarelli
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