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Latina. Messaggio natalizio del Vescovo Giuseppe Petrocchi: «Una speranza che non si rassegna e non tramonta, neppure di fronte all'odio»

Nonostante la tensione degli ultimi mesi non accenni a diminuire il Vescovo di Latina Giuseppe Petrocchi, il capo spirituale della numerosa comunità cattolica presente nel territorio pontino, invita alla speranza. Nel suo messaggio natalizio Petrocchi scrive: «Vogliamo continuare a sperare. Non siamo degli ingenui: sappiamo che lo scenario mondiale presenta problemi complessi ai quali non si possono dare risposte superficiali; e sappiamo pure che la bacchetta magica, che tutto risolve senza sforzo, non esiste che nel regno delle illusioni. E tuttavia ci rifiutiamo di rassegnarci alla piega degli eventi e crediamo che cambiare sia possibile per uomini e popoli».
Segue un invito alla pace su coloro che "disinnescano - soprattutto nel loro cuore - i focolai di odio che distruggono la convivenza tra gli uomini", che "sanno farsi piccoli e sanno ascoltare la voce dei piccoli, che seminano gioia e speranza e perdonano e non nutrono sentimenti di vendetta. Di questi il mondo ha bisogno ed essi sono più numerosi di quanto si creda.
«Venti gelidi», continua Petrocchi, «hanno soffiato, in questi ultimi mesi sulla storia del mondo. Aspettavamo, varcando la soglia del terzo millennio, un'epoca di pace e insieme abbiamo sognato una terra abitata da nazioni riconciliate nell'amore. Una speranza, la nostra, che non si rassegna e non tramonta, neppure di fronte ai più terribili colpi dell'odio. La sofferenza che portiamo nell'anima, per quanto lacerante, non si trasforma in rassegnazione, né sprofonda in un cupo pessimismo anzi, essa imbocca decisa la via della speranza e ci spinge, con una scelta consapevole, a cercare di disegni di Dio».
Petrocchi dice infine che bisogna apprendere "l'arte di costruire la pace, innanzitutto in noi stessi". Invita poi a "fare pace in famiglia, nella città, tra i popoli: il che non vuol dire azzerare d'un colpo le diversità e le tensioni, ma avere consapevolezza che è la passione per il bene comune l'unica forza che può spingerci a superare gli egoismi sociali".

Mauro Cascio


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