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Latina. Fumetto, tra Arte e Mestiere. «L'Arte è gioco. Ma dietro la matita girano
pochi soldi: spesso non possiamo permetterci di giocare»
Le Telecamere di ParvapoliS nei locali dell'Accademia del Fumetto, che ieri
ha ospitato un breve seminario dal titolo «Come si crea un fumetto», cui hanno
partecipato, tra gli altri, Alessandro Bilotta e Marco Marini.
«L’arte è gioco», dicono. «La forma ideale della creazione è la mancanza di schemi,
costrizioni, scadenze.
Nel fumetto questo è inesistente, tranne alcuni rari, fortunatissimi casi. Il motivo
principale è il fatto che nel mondo del fumetto non c’è grande circolazione di denaro.
Quindi un autore, se
è comunque fortunato, deve scrivere centinaia di pagine al mese per mettere insieme uno
stipendio che, in termini sociali, lo inserisce in una fascia di reddito
medio-bassa. Questo non
permette di viaggiare, leggere libri, vedere film, perdere tempo, fissare il vuoto, che
sono tutte
quelle cose che danno spessore a un prodotto artistico. L’arte è gioco, ma il fumetto non
è più
gioco. Questo crea il paradosso che il fumetto è arte, ma non ci è sempre permesso
di farla
come gioco. Ecco perché le librerie di fumetti e le edicole non sono la stessa cosa delle
gallerie d’arte.
Non è arte raccontare le cose senza imprimere su di esse la propria
soggettiva. Per fare arte
bisogna raccontare le cose filtrandole con la propria esperienza personale.
Compito che all'illustratore non spetta».
Mauro Cascio
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