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Latina. Non c'è pace sotto l'Ulivo. Il PdCI: «Una sinistra senza idee, senza
prospettive, che vive solo giorno dopo giorno. In attesa di morire»
«La proliferazione di candidature all'interno del centro sinistra per il governo delle città
è uno spettacolo già visto che ci riporta alla vicenda dell’approvazione del PRG di Latina».
Sono le considerazioni dei Comunisti Italiani, il giorno dopo della formalizzazione di
Diego Giliberti a Sindaco. Il quarto per il centrosinistra.
Allora affermammo che quella non era "la rinascita dell’ULIVO" ma il suo fallimento perché
c'era stata la negazione della politica da parte di chi antepone proprie visioni e convinzioni
agli interessi della comunità.
Uno spettacolo di cui sinceramente avremmo fatto a meno allora e che oggi si ripete,
uno spettacolo di cui sinistra e centro sinistra non avevano la necessità.
Mentre si discute e ci si affanna, a livello provinciale, per arrivare ad un modo comune di
lavorare e di gestire il cambiamento per il governo delle città, mentre il centro sinistra è
alla ricerca di un percorso comune per gettare le basi di un disegno politico che faccia
argine contro la destra per poi proporsi al governo della città, si assiste alla corsa
alla candidatura, soprattutto delle forze che si richiamano alla sinistra, un modo elegante
per sfuggire alle responsabilità e vivere di rendita politica per poi ritrovarsi
eletti consiglieri comunali.
Questi atteggiamenti portano al fallimento ed alla sconfitta del progetto elettorale del
centro sinistra, creando i presupposti per un governo della città senza opposizione,
ma soprattutto portano al "suicidio" della sinistra, e sono il sintomo del fallimento e
della sconfitta di quella sinistra nata dalla svolta della Bolognina che ha smarrito
la strada della Politica per prediligere quella dei personalismi, una sinistra senza idee,
senza prospettive che vive solo il giorno dopo giorno. Una sinistra che agisce solo per
sopravvivere.
Non possiamo permetterci di sopravvivere, faremmo il gioco della destra che governerebbe
le città senza opposizione col risultato, già sotto gli occhi di tutti, di governare male,
anzi di non governare.
Dobbiamo riportare la sinistra ed il centro sinistra al centro dell'azione politica,
attuando il superamento dell'Ulivo e dell'attuale classe dirigente, coinvolgendo forze
politiche come l'Italia dei Valori e Rifondazione, per disegnare un nuovo scenario della
sinistra e del centro sinistra in una provincia governata dalla destra, senza rincorrere
quelle forze politiche, che pur appartenendo al centro sinistra, nelle realtà locali giocano
allo sfascio. Come lo SDI che ad Aprilia sfiducia Cosmi e a Latina, dopo aver votato a
favore del PRG, presenta un proprio candidato e allo stesso tempo esprime il Presidente
della Comunità Montana con i voti del centro sinistra.
Certamente l'azione politica non si fa candidando i notabili di turno, Terracina insegna.
Le candidature debbono essere affidabili, bisogna evitare personalismi che poi ci portano
a ribaltoni che una legge elettorale sbagliata, il maggioritario, ha di fatto posto
all'ordine del giorno.
Continuare nell'estenuante discussione attorno alle candidature, senza un filo conduttore
comune, sarebbe dannoso perché il popolo della sinistra e del centro sinistra non ci
capirebbe, al momento attuale non possiamo permetterci ulteriori battute d'arresto, se i
termini restano questi non ha senso continuare a gettare le basi per un coordinamento
del centro sinistra, si faccia prima chiarezza all'interno dei partiti della coalizione
sulle modalità delle candidature che, buonsenso vorrebbe, fossero proposte nelle sedi
appropriate e non propagandarle a mezzo stampa.
Pertanto come Comunisti Italiani, riaffermando la nostra appartenenza strategica al centro
sinistra, rivolgiamo un appello ai segretari di coalizione ed agli organismi dirigenti
dei partiti affinché si adoperino per l'unità delle forze di sinistra e di centro sinistra
superando personalismi e divisioni perché solo in questo modo non si abdica alla destra
e si pongono le basi per l'affermazione di una prospettiva politica per la difesa della
democrazia nell'interesse delle masse popolari».
Mauro Cascio
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