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Latina. Gli incontri culturali di ParvapoliS. Nino Piccione: dal romanzo d'amore al romanzo
storico. Passioni e tragedie ne «Il barone di Militello»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Nino Piccione, scrittore e giornalista, tra l'altro
caporedattore della Rai. Ambientato nel quattrocento siciliano «Il barone di Militello»
ha come protagonista principale Antonio Piero Barresi, uno dei potenti Baroni che osavano
sfidare lo stesso potere di Madrid avendo ereditato, con i feudi e il dominio delle popolazioni,
il diritto di vita e di morte. Accanto a lui, la giovane sposa che resterà vittima di odiose
calunnie, e altri personaggi su cui incombe, come una tragedia greca, una sorta di nemesi.
Sono vicende di amore e morte, di tenerezza e crudeltà, di condanne e di perdoni,
di colpe e redenzioni, che si innervano in avvenimenti storici. Tra l'altro, la persecuzione
degli ebrei, che dalla Spagna si estende al Vicereame di Sicilia, nonostante l'opposizione
dei Baroni i quali difendono l'autonomia, i diritti e le prerogative del Parlamento. Gli ebrei
saranno costretti, però, a lasciare l'isola o ad accettare forzate conversioni.
Molte pagine sono dedicate all'attività dell'Inquisizione con i processi, le condanne, i roghi;
alle incursioni dei Mori nelle zone rivierasche, ma anche al ricordo della dominazione
musulmana e al contributo dato alla civiltà dell'Isola. Nino Piccione non ricostruisce
solo il quadro storico: fa respirare l'atmosfera di civiltà creativa, di vivacità intellettuale
e l'erudizione che consentirono la riscoperta di classici e la scoperta di filosofi e matematici
arabi con sorprendenti - per quei tempi e rispetto a quanto avveniva in Europa - aperture
cosmopolite, prive di pregiudizi culturali, etnici e religiosi che, da Federico II in poi,
hanno caratterizzato la cultura siciliana. Al di là della storia, avvicente nella successione
di colpi di scena, è sottesa e trasparente, in quest'opera, la ricerca storiografica
approfondita che riguarda tutti gli aspetti della vita sociale, religiosa e culturale
del periodo che sta a cavallo tra il Medioevo e l'Età moderna.
Nino Piccione è nato a Ramacca (Catania). Lasciato presto l’insegnamento (Lettere), è entrato
nel giornalismo. Ha lavorato per una decina d’anni al quotidiano "La Sicilia" di Catania.
Da tempo vive a Roma, impegnato nell’attività giornalistica e letteraria. Già caporedattore
della RAI-TV, ha anche diretto per sette anni la rivista "Idea", rilanciandola dopo il
successo del dopoguerra. Frutto della sua esperienza giornalistica sono stati due libri:
«Un ministro tra Stato e violenza» (Premio Città di Reggio) sugli anni drammatici (1968-1972)
vissuti dal Paese mentre al Viminale c’era come ministro dell’interno Franco Restivo;
«Uragano Lockheed» (tre edizioni e Premio Sybaris Magna Grecia per la saggistica socio-politica)
sulla vicenda dell’acquisto degli "Hercules C-130". Ambedue i saggi ebbero grande successo a
livello nazionale e segnarono un importante passaggio nella oggettività dell’informazione
della saggistica politico-giudiziaria. Con «Isola», la sua prima opera narrativa, ha vinto
il Premio Villa San Giovanni con una motivazione di Mario Pomicio. È seguita «Etneide»,
selezionata per il Viareggio e, successivamente, Premio Internazionale Mediterraneo.
Con il romanzo «Vocazione Uomo» (due edizioni), che completa la trilogia dedicata alla sua
terra, si è aggiudicato il Premio Letterario Nino Savarese. Con «Vocazione Uomo», l’opera
più conosciuta dell’autore, il narratore dimostra di avere raggiunta grande intensità
poetica e sottili capacità d’introspezione. Ad un altro romanzo, «Memoria d’amore», è
andato il Premio Vanvitellli. Hanno fatto seguito i romanzi «Iaunua», che raggiunge forti e
ben convincenti livelli narrativi come «Vocazione Uomo», «Aldonza», «Il nido della cometa»
(premiato all’Università di Cracovia), e la pièce teatrale «Amori a confronto». Tra gli
altri premi: il Calliope, il Polifemo d’argento, il Dino del Bo, Il Geraci, il Monreale
e, per una raccolta inedita di poesie, il Palestrina.
Marianna Parlapiano
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