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Latina. Vai dove ti portano i liberal. Riccardo Pedrizzi (An): «Il mondo dei radicali è un
mondo alla rovescia. La loro è solo una cultura di morte»
«Che coloro che rappresentano la personificazione
stessa della cultura della morte, essendo fautori
dell'aborto, dell'uccisione degli embrioni,
dell'eutanasia, della droga libera, accusino la
Chiesa, baluardo della cultura della vita, di
perseguire politiche di morte è più ridicolo che
grave». Così il sen. Riccardo Pedrizzi, presidente
della commissione Finanze e Tesoro di Palazzo Madama,
responsabile nazionale di AN per le politiche della
famiglia e vicepresidente della consulta
etico-religiosa del partito, replica alle affermazioni
dei Radicali Italiani.
«La Chiesa -osserva l'esponente di AN- sostiene che
non si può uccidere un essere umano per curarne un
altro. Respinge la logica aberrante del mors tua vita
mea. Dice no all'uso strumentale di soggetti deboli da
parte di soggetti forti. Dà voce all'assente, colui il
quale ha l'unica colpa di non avere la parola per far
valere le proprie ragioni. E queste sarebbero
posizioni che produrrebbero morte? Siamo al
capovolgimento della realtà. E infatti i radicali, in
questa loro visione rovesciata, si pensano paladini
della vita perché propugnano l'uso degli embrioni
soprannumerari per ricavarne le preziose cellule
staminali. E il fatto che le cellule staminali
dell'organismo adulto, del sangue, del cordone
ombelicale e del tessuto fetale derivante da aborto
spontaneo, -si chiede Pedrizzi- stanno rivelando la
loro elevata qualità di totipotenza, dimostrando che
per curare le persone e per far progredire la scienza
non c'è alcun bisogno di usare le cellule staminali
embrionali? E il fatto che, perciò, la cosiddetta
clonazione terapeutica è un delitto del tutto
ingiustificato dal punto di vista scientifico? Non
conta nulla per i radicali. Loro vogliono far credere
che solo le cellule staminali ricavate dagli embrioni
sono totipotenti e quindi promettano grandi risultati
nella cura delle malattie su base genetica o
degenerativa. E lo vogliono perché sono degli
impostori che perseguono fini ideologici, quelli di
affermare che l'embrione non è una persona ma un
ammasso di cellule. Invece l'embrione -conclude
Pedrizzi- è uno di noi e non si può ammazzare un
nostro simile neanche a scopo terapeutico. Soprattutto
quando la scienza è in grado di trovare forme di
terapia attraverso altri procedimenti, che sono lì ad
un passo: basta crederci, investire nella ricerca e
farsi guidare dall'etica».
Mauro Cascio
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