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Latina. I Radicali Italiani rispondono a Pedrizzi: «Non possiamo più dare retta a chi ancora
si ostina a non distinguere tra Reato e Peccato»
«A proposito di rette vie e mondi capovolti, forse Pedrizzi non ha capito, o fa finta di non capire,
il cuore del problema». È la precisazione dei Radicali Italiani dopo le "esternazioni"
del senatore di An Riccardo Pedrizzi. «Non si tratta di
stabilire qui quale sia il bene e quale il male. Si tratta piuttosto,
e questo lo hanno capito tutti tranne Pedrizzi, di distinguere il
Reato dal Peccato. Altrimenti, il nostro, diventerebbe uno Stato
confessionale come Afghanistan dei Talebani. Fa bene Pedrizzi
ad indicare ai cattolici come lui la "retta via". Fa male a ritenere
che siano tutti cattolici e che tutti credano "retta" quella via.
Sbaglia Pedrizzi nella forma, la sua continua "guerriglia", e nei contenuti.
Sbaglia quando nega il diritto dell'individuo. Sbaglia quando continua
a difendere un proibizionismo che ha fallito dovunque.
La via da intraprendere, e questa sì veramente "retta
è quella di dare una svolta liberale, liberista e libertaria al nostro paese.
A cominciare dall'odioso articolo 18.
Secondo i dati forniti dalla stessa Cgil, il loro è un sindacato di pensionati
(2,9 milioni di iscritti su circa 5,5 milioni) e lavoratori della grande industria,
superprotetti da Cassa integrazione (Agnelli ringrazia), mobilità e prepensionamenti.
Questa è la base sociale, queste sono le categorie che difendono. Le sole.
Tutti gli altri - condannati a scegliere tra il lavoro nero o la disoccupazione a vita -
sono solamente ostaggi che nel frattempo possono tranquillamente crepare.
Urgono, caro Pedrizzi, delle riforme. Ora, subito.
Dal sistema uninominale americano all'abolizione di tutti i finanziamenti
pubblici per partiti, sindacati e chiese, dalla riforma del mercato del lavoro in senso
liberista ai nuovi diritti individuali civili, passando per le proposte sulla giustizia giusta».
Mauro Cascio
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