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Latina. Sicurezza ed economia. Pasquale Verrengia (Cisl): «La criminalità attecchisce
laddove manca una seria politica occupazionale»
«Fra la sicurezza di una città e la sua salute economica c'è un rapporto
strettissimo perché è difficile credere che laddove manca la benché
minima sicurezza gli investitori possano presentarsi coi loro finanziamenti,
soprattutto se poi gli investimenti provengono al di fuori del territorio».
Sono parole di Pasquale Verrengia, segretario provinciale della Cisl.
«Non è un caso che le grandi aziende del Nord Italia e dell'Europa analizzano
quali sono le zone del nostro paese non a rischio criminalità per i loro
investimenti futuri. E questo è un dato che deve portare tutti, Prefetto, forze
dell'ordine, classe politica, imprenditoriale e sindacale a riflettere e a stilare
un elenco di priorità per risolvere la delicata e spinosa questione attraverso
un tavolo della concertazione che resta l'unica forma di dialogo sociale veramente
efficace».
Ma Pasquale Verrengia va oltre, si spinge ad una conseguente analisi sociale.
«Il tasso di disoccupazione giovanile oggi è molto alto nel Centro Italia.
Latina non sfugge a questa statistica drammatica di non occupazione. Quando ero
ragazzo a denti stretti si vociferava che chi non aveva lavoro poteva essere
reclutato nell'esercito della malavita, oggi, a distanza di anni, allo stato
attuale dei fatti, con rammarico debbo constatare che le cose non sono affatto
mutate. Anzi, sono peggiorate, perché pur cercando di tutelare il diritto al lavoro, molti
sono costretti ad accettare un lavoro in nero senza un futuro pensionistico o sanitario:
tutto ciò non fa altro che aumentare il malcontento e i risultati poi sono sotto gli occhi
di tutti con una criminalità crescente e sempre più temeraria nelle incursioni. Io credo
che ci aspetta sì una dura battaglia di repressione contro i fenomeni deliquenziali
ma anche di forte preoccupazione. E la prevenzione non si fa soltanto attraverso
la cultura del lavoro e del mondo sindacale, contrastando la piaga della disoccupazione
e eliminando il fenomeno del lavoro nero in modo così da stabilire un vero e proprio
equilibrio sociale».
Mauro Cascio
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