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Latina. «Gli incontri culturali di ParvapoliS». Pietro Grassi chiude il ciclo con un incontro dal tema «Filosofia e Bioetica: l'amore e la vita»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Pietro Grassi. La Bioetica riguarda un insieme di problemi posti alle società di oggi dalle scienze della vita, quali la medicina e la biologia, nella sfera dell'etica. Vi è un immediato richiamo alle applicazioni delle biotecnologie e della genetica medica, dalle tecniche di fecondazione ai test per individuare le future patologie. Ma i progressi delle tecniche mediche (anche grazie al crescente apporto dell'informatica) aprono numerose occasioni di conflitto tra la volontà operativa e la salvaguardia dell'esperienza umana, sovente enfatizzate dal sistema dei media, anche nei campi più sperimentati della farmacologia e della chirurgia. Mentre la salute entra nella domanda-offerta dei consumi, il medico diventa un fornitore di soluzioni, il paziente una macchina da riparare.
La Bioetica è una branca dell'etica che affronta le questioni morali sollevate da biologia e medicina. Il nome deriva dall'inglese bioethics coniato nel 1971 dal medico V.R. Potter. Diversa ragioni spiegano la sua nascita. Lo straordinario sviluppo delle scienze biologiche e mediche, che ha consentito interventi in passato tecnicamente impossibili, ponendo interrogativi nuovi. L'emergere, dopo la seconda guerra mondiale, di un'etica normativa. Per grandi questioni di interesse generale viene meno il primato del diritto positivo rispetto alla morale, confinata in precedenza nella sfera privata: il diffondersi di norme e sentenze svincolate dal diritto positivo rispetto alla morale, confinata in precedenza nella sfera privata: il diffondersi di norme e sentenze svincolate dal diritto positivo (ad esempio da parte di organismi sovranazionali) ha spianato la strada a tale funzione normativa dell'etica. Un atteggiamento critico dell'opinione pubblica, rispetto all'autorità della scienza e della tecnologia, a partire dalla fine della seconda guerra mondiale. Episodi quali l'esplosione della bomba atomica, o gli esperimenti eugenetici dei medici nazisti hanno contribuito a tale nuovo atteggiamento: la scienza necessita di un controllo sociale di legittimità e di una valutazione etica del suo agire. Nel dibattito bioetico è comune distinguere, seppure al prezzo di una certa semplificazione, due principali tendenze definite come Etica della Sacralità della Vita (ESV) ed Etica della Qualità della Vita (EQV); l'ESV, propria, ad esempio, di buona parte dell'etica cattolica (anche se non necessariamente espressione ufficiale della Chiesa), parte dal principio della sacralità della vita umana e dall'idea di un finalismo intrinseco del corpo umano, che deve assolutamente essere rispettato. Tale finalismo è sostenuto, da un lato, attraverso giustificazioni di natura religiosa, dall'altro da argomentazioni che trovano una sponda anche in una concezione tradizionale della medicina: l'idea che esiste un finalismo della natura e che compito del medico sia quello di ripristinarlo nel caso in cui la malattia porti ad una sua alterazione. Ciò significa che il ruolo del medico non contempla interventi che alterino questo finalismo. In tal senso, secondo le ESV, gran parte degli interventi oggi tecnicamente possibili travalicherebbero il finalismo naturale e dunque non dovrebbero essere attuati. L'ESV si traduce concretamente e con alcuni distinguo, nel rifiuto dell'aborto, dell'eutanasia, di gran parte delle tecnologie di ingegneria genetica. L'EQV, viceversa, di impostazione laica, stabilisce una valutazione etica fondata sul benessere degli individui e sul rispetto delle loro scelte autonome. Il privilegiamento del benessere dell'individuo implica la liceità di un intervento qualora questo consenta un miglioramento delle condizioni dell'individuo stesso, travalichi o meno il "finalismo" naturale: l'aborto, le tecniche di fecondazione e l'eutanasia. Non necessariamente i sostenitori dell'EQV sono favorevoli a tali pratiche ma le loro obiezioni differiscono in linea di principio da quelle dell'ESV, perché muovono comunque da una riflessione sulla qualità delle vita di tutti gli attori interessati. In linea di principio, l'EQV è meno "conservatrice", senza con questo voler attribuire a tale espressione un carattere valutativo. Nell'ambito dell'EQV le posizioni filosofiche possono essere profondamente diverse, passando ad esempio da etiche consequenzialiste a etiche deontologiche.
Grassi è uno studioso che indaga con particolare attenzione aspetti problematici e laceranti della nostra contemporaneità ultima. La sua formazione scientifica è sicuramente articolata e approfondita e si declina con un’appassionata espressione di vissuta religiosità e di tensione etica. Ha conseguito lauree negli ambiti teologico-filosofico-psicologico e si è fra l’altro specializzato in Bioetica all’Università Gemelli. Impegnato in più ambiti di ricerca e di insegnamento, oltre ad essere docente nei licei di Stato, si muove fra le Università cattoliche italiane e svizzere, in particolare collabora con la Pontificia Università S. Croce (“Opus Dei”) di Roma. Sta al contempo conseguendo una specializzazione in Filosofia della Scienza a Ginevra, presso un centro di differenti latitudini metodologiche e filosofiche. Negli anni ha pubblicato numerosi contributi nell’ambito fenomenologico ed ha collaborato e collabora ad importanti riviste quali «Contributo», «Segni e Comprensioni», «Vivarium».

Mauro Cascio

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