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Latina. Qui sanità. Enrico Forte (DS): «Il mercato richiede ampie misure di intervento per più rispondente ai bisogni diversificati della gente»

«Il sistema sanitario italiano è tra i migliori del mondo. Esso va difeso nei suoi principi e nella sua strutturazione. È in questa logica che si deve muovere ogni iniziativa di aggiustamento e di rinnovamento sia in generale che nelle diverse realtà territoriali». Enrico Forte, segretario della Federazione dei Democratici di Sinistra osserva: «La spesa per la protezione in Italia, in percentuale sul pil, si aggira attorno al 24% ed è al di sotto della media europea (28%). All'interno della spesa sociale quella sanitaria ruota attorno al 7% del Pil, meno che in Germania (10 e poco più) meno della Francia (9,6). Non è vero, dunque, che il sistema sanitario italiano è troppo costoso. È vero, invece, che la spesa sanitaria privata, all'interno della spesa sanitaria complessiva è più alta che altrove e che in una certa misura, esse si sovrappongono. Ciò dipende dalle lunghe liste di attesa per accedere ai servizi pubblici, da inefficienze burocratiche e da carenze strutturali. Questi sono allora i problemi da risolvere».
«La situazione del sistema sanitario pontino richiede ampie misure di intervento per adeguarlo strutturalmente e renderlo più rispondente ai bisogni diversificati della popolazione e più competitivo sul mercato. Le azioni da intraprendere sono a due livelli. Da un lato quelle a breve, dall'altro quelle a medio termine. Tra quelle brevi più urgenti si richiamano: la ripresa dei lavori di ristrutturazione programmati, concertando con la Regione le risorse necessarie. Senza tale operazione difficilmente si potrà migliorare la competitività. Ancora: l'aumentare in alcuni ambiti (medicina) l'attuale dotazione di posti letto, in particolare nella zona nord ove già l'attuale situazione appare inadeguata; l'individuare per i nove presidi ospedalieri esistenti nuove missions specifiche, quelle attualmente prospettate non appaiono consone, non sono condivise dai cittadini e dai loro rappresentanti istituzionali nè dagli operatori interessati. Includere nel programma delle ASL i medici di base, individuandone un ruolo più adeguato in rapporto alla proiezione degli interventi sul territorio e valorizzandone la funzione di filtro nei confronti delle strutture. Riorganizzare la rete dei servizi territoriali, che sono più vicini ai bisogni degli utenti. Si tratta di bisogni spesso caratterizzati da problematiche complesse (salute mentale dei bambini e degli adulti, tossicodipendenze, anziani). Non appaia superfluo, in questo caso, ricordare che occorre sperimentare una nuova e più alta professionalità degli operatori. Avviare, nel concreto, il processo di integrazione tra sanità ed assistenza, anche sollecitando gli Enti Locali, ad adeguare le risorse necessarie, di propria competenza. Ridefinire l'assetto istituzionale dando vita a due ASL (nord e sud) ed una azienda ospedaliera. Più in generale è necessario praticare una programmazione integrata pubblico-privato, adottando, nel contempo, un'accorta politica di riconoscimento e di accredito. Inoltre appare indispensabile prevedere programmi e progetti di formazione continua più volte suggeriti dal governo e dalla Comunità Europea. Ma vediamo invece le azioni di medio periodo. La prima e più importante è quella di programmare, progettare e realizzare due nuovi presidi ospedalieri moderni e funzionali, uno in agro pontino e uno nell'area del golfo di Gaeta. Solo in questo modo si può provvedere ad un assetto funzionale dell'area ospdaliera, dismettendo alcuni presidi per immettere le cubature sul mercato e destinandone altri a funzioni integrative. La seconda iniziativa, non in ordine di importanza, riguarda la necessaria dotazione di una rete di RSA, comunità terapeutiche e riabilitative, case famiglia, centri diurni e così via. Tutto ciò, accanto allo sviluppo della presenza sul territorio, potrà consentire di abbattere la spesa opsedaliera, oggi più del 30% considerata impropria. Non solo, tutto ciò consentirà di dare risposte più consone a coloro che oggi sono costretti a trovarla impropriamente ed in modo inadeguato negli ospedali».
E Forte conclude con le considerazioni gestionali. «All'interno della ASL si è registrata una conflittualità parcellizzata che sarebbe bene evitare. Si è trattato, infatti, di questioni individuali. Se è comprensibile la difficoltà di affrontare problemi quali la valutazione della professionalità, la più corretta collocazione funzionale nonchè la dislocazione territoriale, diventa meno comprensibile quando tutto ciò si intreccia con pressioni di tipo politico, di aspettative magari improprie, di un esercizio di spoil system al di fuori di ogni logica di merito e di professionalità. Chi ne paga le conseguenze non è solo la ASL ma tutto il sistema».

Mauro Cascio


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