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Formia. Un modello per contrastare la crisi occupazionale. Maria Annunziata Luna (Per il
Lazio): «E tempi brevi per il cravattificio Pompei»
«È indispensabile arrivare in tempi brevi ad una soluzione per il cravattificio Pompei di Formia».
È quanto ha dichiarato Maria Annunziata Luna, Presidente della Commissione Attività Produttive
della Regione Lazio, commentando la vicenda della delocalizzazione della ditta Gino Pompei di
Formia. Una delle più importanti realtà produttive del territorio pontino, con 240 addetti
(in gran parte donne) e 10 miliardi di fatturato. Maria Annunziata Luna segue
personalmente da molti mesi le difficoltà della ditta pontina. «È importante - sottolinea
Luna - come le due Commissioni consiliari permanenti (Attività produttive e Politiche del
lavoro) stiano lavorando insieme per risolvere due problemi fondamentali che affliggono
l’Azienda: il mantenimento occupazionale e la delocalizzazione aziendale. Nel primo caso
sono a rischio circa 80/100 posti di lavoro formati da personale quasi esclusivamente
femminile. Nel caso della delocalizzazione aziendale, invece, ci sono situazioni oggettive
evidenti: il sito dove opera il cravattificio è inadeguato perché situato nel centro della
città, mentre il miglioramento logistico del processo produttivo contrasterebbe le
difficoltà del settore».
Il compartimento tessile, infatti, è in crisi, per questo il
Presidente della Commissione Attività produttive e Capogruppo di "Per il Lazio", sostiene
sia "necessario ricercare mercati esteri e nuova competitività".
Il Consorzio industriale Sud pontino ha già assegnato, al cravattificio Pompei, una area dove
poter spostare la sede produttiva dell’azienda. Per trovare gli strumenti legislativi e
finanziari, invece, sono stati coinvolti, in questa operazione, il Bic Lazio, l’Agenzia per
lo sviluppo del Lazio e la Filas, ognuno per le proprie competenze.
«A Latina - conclude Maria Annunziata Luna - sindacati, industriali e istituzioni, stanno
cercando di proporre un nuovo modello di attenzione nei confronti dell’occupazione.
E questa del cravattificio Pompei ne è la dimostrazione»
Mauro Cascio
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