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Roma. Marco Biagi. Daniele Capezzone (Radicali Italiani). «È l'ora delle differenze.
L'obiettivo è battere sindacato, privilegiati e dirigismi»
«Essere buoni profeti è spesso facile in Italia: basta prevedere il peggio».
È quanto afferma il segretario di Radicali Italiani Daniele Capezzone.
«Come era fin
troppo ovvio, infatti, tra appelli all’"unità" e inviti alla "fermezza", tutto il più logoro
armamentario retorico è stato ormai ampiamente saccheggiato.
Ma si è fatto di più e di peggio, dall'altroieri sera ad oggi: si è riprecipitati in
un’atmosfera in cui l’unica cosa "pericolosa" sembra essere un dibattito chiaro, aperto, duro.
È questa l’ora in cui occorre, invece, farsi forti delle differenze, e rivendicarle. Proprio
in questo momento, essere e presentarsi come "di parte" è il modo migliore di onorare sia
la propria "parte" che le altre.
Io non voglio essere "unito" a Sergio Cofferati, ai fautori della concertazione, ai
sostenitori di vecchie e nuove formule dirigiste. Voglio batterli, così come è giusto che la
CGIL voglia battere noi liberisti. Ma deve essere chiaro -innanzitutto oggi- che devono
confrontarsi progetti alternativi, obiettivi alternativi, direzioni di marcia alternative.
Ciò di cui il paese ha bisogno -lo ripeto- non è né la rissa né il compromesso opaco, ma un
confronto serrato e di fondo, magari proprio a partire dalle tesi di Marco Biagi, affinché
-come accade nei paesi democratici- si affermino o siano invece respinte».
Mauro Cascio
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