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Latina. Marco Biagi. Gabriele Mazzariello (Cgil): «In piazza contro ogni forma di
intolleranza, in un momento così delicato per la società»
La Cgil di Latina continua ad accrescere il suo impegno, per la tutela dei diritti
dei lavoratori, nella organizzazione della manifestazione che si terrà domani a Roma.
«Alla libera e democratica espressione di dissenzo con le scelte governative»,
dice il segretario provinciale Gabriele Mazzariello, «va ad aggiungersi,
in questo
momento, una ferma risposta al terrorismo che, con il barbaro assassinio del professor
Marco Biagi, tenta di alterare il libero confronto tra le parti sociali ed il Governo.
Mentre esprime cordoglio e ferma condanna per l'efferato assassinio, considerandolo
un vile attentato alla democrazia e al libero e civile confronto tra parti sociali
e Governo, fa appello a tutti i quadri e gli attivisti della Cgil affinché
si tenga alta l'attenzione del movimento dei lavoratori, contro ogni forma di intolleranza
in un momento così delicato per la difesa dei diritti e della convivenza civile».
Anche Sergio Cofferati ha detto che l'iniziativa dovrà assumere altri significati, servire
a consolidare la difesa delle istituzioni democratiche, aiutare a combattere il terrorismo.
Giusto. È ragionevole che il sindacato mantenga, se lo considera necessario, le iniziative
di protesta e di mobilitazione. Ma è inevitabile che il terribile assassinio di Marco Biagi
pesi sulla manifestazione. La correzione di rotta è opportuna ma non può essere
attuata solo con accorgimenti retorici. Il terrorismo chiede che sia ancora più garantita
la possibilità del civile confronto democratico, di cui il sindacato e le sue iniziative
sono elementi essenziali, ma impone controllo dei toni, delle sfumature, del modo di parlare
da parte delle grandi forze democratiche. Gli svolazzi demagogici, le esagerazioni
propagandistiche fanno parte del gioco democratico che non è scosso certamente da qualche
trombonata. Ma quando accanto al sistema democratico opera una cellula cancerogena
come quella terrorista, il peso delle parole dette diventa più grande.
Come ha detto con toni particolarmente convincenti Massimo D'Alema: «Non credo si debba cedere
al terrorismo nel senso di limitare la battaglia sociale già in corso con le manifestazioni
e gli scioperi già previsti... però questo impone misura nel linguaggio, rispetto verso
gli altri e un'attenzione ai valori democratici che sono le condizioni per potere essere uniti
contro il terrorismo, anche se divisi nella lotta politica e sociale".
Cofferati domani avrà il delicatissimo compito di guidare la svolta della sua organizzazione
in questo senso. Nel dimettere quel tono da "battaglia di civiltà" che piace tanto agli
intellettuali estremisti, per riportare la questione dell'articolo 18 al confronto di interessi
che avviene, nel dialogo e nel conflitto, all'interno della dialettica di un paese democratico.
Nel momento più duro dello scontro il segretario della Cgil ha usato un po' tutte le fascine
per accendere la lotta: dai girotondini, agli artisti esagitati, ai no global. Ma il martirio
di Marco Biagi impone compostezza e serietà del linguaggio. Non è in gioco la "dignità"
della persona ma una norma sindacale che può essere riformata oppure no. Le idee non sono
mai criminali. Gli uomini che incarnano quelle diverse dalle nostra non sono nemici.
Sono solo avversari.
Mauro Cascio
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