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Latina. An a congresso. Giuseppe Mochi: «La mia presidenza? Nel solco della continuità». Sostegno alla candidatura di Vincenzo Zaccheo

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Giuseppe Mochi, neopresidente provinciale di Alleanza Nazionale, ieri al suo secondo congresso. «È stato un congresso molto positivo, con diversi interventi che hanno lanciato numerosi spunti di riflessione. La mia presidenza sarà caratterizzata dalla continuità. L'obiettivo più importante sono ovviamente le prossime amministrative e Vincenzo Zaccheo è stato confermato candidato sindaco della Casa delle Libertà. Intanto portiamo avanti anche la "questione morale": tutti i candidati devono dare garanzie di credibilità». Ma nei tre giorni di congresso, aperto da un lungo intervento del Sindaco Ajmone Finestra, si è parlato anche della "forma"-partito, del suo "ruolo", della presenza e del significato della "destra sociale" nel territorio. Un dato è essenziale. Non esistono strutture ideali, il cui funzionamento, anche se fissato, regolato in modo da evitare sovrapposizioni di ruoli e competenze, sia sempre in grado di rispondere alle esigenze: il vero conservatore questo lo sa bene. Dovranno essere però le esigenze a determinare il grado di efficacia della struttura e, in ultima analisi, dovranno essere sempre gli uomini che quella struttura esprimono, a decretare il successo di un modello, anziché un altro. Privilegiare una struttura "aperta" alle sollecitazioni e alle diversità espresse dal territorio ove essa è radicata, sensibile al ruolo di punta dei leader come capacità di assecondarne la già sperimentata "presa" sul territorio, consentirà di superare la rigidità di una struttura troppo assembleare, con l'annesso rischio di paralisi derivante dalla necessità comunque di accontentare tutte le componenti e le altrettanto evidenti storture di una organizzazione troppo verticistica, dove il rischio è quello che a decidere sia sempre uno e, spesso, non proprio il migliore. Partire dai leader, mobilitare i circoli, promuoverne altri sempre più tematici (senza rimanerne schiavi), ragionare in termini di campagne con assegnazione di idee e di comunicazione politica all'interno dei Circoli stessi, potrebbe generare un circuito virtuoso, in cui è anche la società a fornire alla politica la spinta delle idee. Assegnare compiti di coordinamento e direzione ai responsabili di dipartimenti ad hoc creati, non rigidamente fissati ma creati in base alle necessità, non solo risponderebbe alla naturale esigenza di filtrare le iniziative ed evitare dispersioni e anarchie, ma consentirebbe alla leadership di avere a disposizione, magari anche rispondendone in caso di fallimento, chi ritiene di essere in grado di mobilitare le risorse e suscitare il consenso intorno al tema d'azione. «Certo una simile proposta rischia di cadere sotto silenzio o addirittura di suscitare la paura di chi teme di essere tagliato fuori. Così come non ci si può illudere che una struttura (una qualunque struttura) non divenga alla fine, anche strumento di ambizioni personali o modalità di sistemazione di "clientes" in crisi da cariche da ricoprire. Ma oggi Alleanza Nazionale, come partito di governo nazionale e locale, deve correre questi rischi. Deve essere consapevole di attrarre consensi non solo per i suoi contenuti ideali, ma anche perché partito, appunto, di governo, sede ove maturano decisioni di rilievo collettivo. Può evitare l'ipocrisia di pensarsi partito di "lotta e di governo" e comprendere che anche energie diverse, che scaturiscono da legittime ambizioni, possono però essere positivamente indirizzate alla luce di istanze ideali. Alleanza Nazionale può tentare di vivere, insomma, la sua maturità politica con il fascino un po' da adolescenti della sua storia antica».

Marianna Parlapiano

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