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Latina. Candidature. Claudio Moscardelli: «Non temo Zaccheo. Lui rappresenta la
continuità. È lui che deve giustificare 8 anni di insuccessi»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Claudio Moscardelli, candidato a Sindaco
de L'Ulivo.
«Le prossime elezioni per il nuovo governo della città hanno carattere
amministrativo: i cittadini sono chiamati a scegliere senza vincoli
pregiudiziali di carattere ideologico, con l'obiettivo di eleggere
un nuovo sindaco che ridia slancio ad una comunità e ad un territorio
che non hanno trovato, in questi anni, nell'Amministrazione Comunale una
guida adeguata alle esigenze di Latina. Noi, insieme, abbiamo l'ambizione di
rappresentare la voglia di uscire da una fase caratterizzata dalla nostalgia
per il passato e dall'immobilismo per il presente. Latina merita un nuovo
governo che cambi marcia alla città e che promuova una nuova stagione
di sviluppo, che consenta alla città di rinascere, e motivi i cittadini
a partecipare alla costruzione di una nuova impresa: Latina città Europea.
L'Europa assume il valore di riferimento a cui guardare come modello di
modernizzazione e di sviluppo, espressione della volontà di voler essere
protagonisti e creare benessere diffuso per tutti. In questi ultimi nove
anni, il recupero delle nostre radici si è degradato in una operazione di parte che ha
diviso la cittadinanza. Tutti debbono potersi riconoscere nella città a
prescindere dalle preferenze politiche. L'identità di cittadini e
l'attaccamento a Latina possono crescere se comprendiamo che ogni generazione
ha dato il proprio contributo alla comunità e che il loro apporto è
patrimonio di tutti. Proprio il desiderio e la voglia di portare il
contributo di una generazione politica che finora è rimasta ai margini
hanno ispirato la mia candidatura. Un atto che vuole essere una sfida vera
alla destra per il governo della nostra città. Nei prossimi dieci anni noi
vogliamo rendere Latina una città sicura e aperta al mondo, vogliamo sia
la città della cultura, dell'impresa e del verde. Non temo Zaccheo. Lui rappresenta la
continuità. Ed è lui che deve giustificare 8 anni di insuccessi».
Elisabetta Rizzo
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