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Formia. PRG. La Maggioranza di centrodestra vota la revoca alla variante. Ed ora si
ricomincia da capo. Benedetti boccia Vezio De Lucia
«Dobbiamo andare in piazza per bloccare un Prg che fa acqua da tutte e parti e non ha mai visto
il sindaco e la maggioranza di centrosinistra cercare un incontro con le opposizioni». Queste
parole di fuoco furono pronunciate il 12 gennaio 2001 dal leader provinciale del Ccd Michele
Forte, all'epoca non ancora senatore della repubblica italiana.
Erano trascorsi solo pochi giorni da quell'infuocato e contestato consiglio comunale del 21
dicembre del 2000, allorché il centrosinistra approvava con una maggioranza di 13 voti, la
variante al piano regolatore generale della città, presentando 27 emendamenti aggiuntivi
al progetto base realizzato dall'architetto Vezio De Lucia.
L'iter di mettere mano allo strumento urbanistico per disegnare una città vivibile, moderna,
efficiente nei servizi e dotarla di una progettualità turistica, in linea con le proprie
ricchezze naturali e paesaggistiche, era iniziato nel 1996. All'epoca il sindaco Sandro
Bartolomeo si preparava a vincere e bissare la seconda legislatura. Ed il tema portante della
sua campagna elettorale fu condotta proprio all'insegna dei grandi progetti: Piano Regolatore
Generale e Pedemontana.
Il 21 luglio del 2000 il progetto definitivo venne illustrato presso la sala delle conferenze
del Centro CONI di Formia. Erano bastati solo quattro anni per mettere in piedi il nuovo
strumento urbanistico. Quali in sintesi le innovazioni prodotte dallo studio De Lucia:
"meno costruzioni al centro, più costruzioni nella periferia. Circa 1250 nuovi alloggi per i
prossimi anni con la crescita dell'edilizia residenziale pubblica, popolare e cooperativa,
in grado di dare risposte alle esigenze di sviluppo della città. Altro dato rilevante
prevedeva un incremento di circa settecento nuovi posti letto alberghieri, il che significava
un raddoppio rispetto all'attuale patrimonio ricettivo. E poi servizi, spazi verde, impianti
sportivi, e grandi opere infrastrutturali quali la Pedemontana ed il passante ferroviario
urbano.
Particolare attenzione veniva dedicata alla conservazioni dei beni archeologici e culturali
che la città di Formia ha sempre rappresentato.
Il sindaco Sandro Bartolomeo, in quella occasione, commentò: «Si tratta di un lavoro serio,
concreto.
Il frutto di un processo durato circa cinque anni ove numerose sono state le occasioni di
confronto dei progettisti-urbanisti incaricati con le rappresentanze civili e sociali e le
istituzioni della città. Una città fortemente condizionata dalla sua conformazione orografica
e dai danni urbanistici fatti dalle Amministrazioni precedenti, autrici dello scempio edilizio».
La dirigente del dipartimento Assetto e Gestione del Territorio architetto Stefania Della Notte
promuoveva il lavoro urbanistico di De Lucia definendolo "caratterizzato da una semplicità
e snellezza nella fase di attuazione. Sono molti i punti positivi a cominciare dall'estrema
chiarezza dei vincoli e delle limitazioni".
Il Polo di centrodestra, che abbandonò in massa la seduta conclusiva del 21 dicembre 2000,
lasciando a combattere in aula solo il consigliere di Forza Italia Erasmo Picano, attuale
assessore all'Urbanistica, dichiarò dal primo momento guerra a questo piano regolatore.
La campagna elettorale amministrativa verrà condotta all'insegna dello slogan "aboliremo il Prg". Il 10 giugno 2001, subito
dopo la vittoria amministrativa, lo stesso Erasmo Picano puntualizzava alla stampa
l'intenzione di "revocare il lavoro dell'architetto De Lucia, approvato da una risicata
maggioranza e pertanto non rappresenta le esigenze della collettività e penalizza lo
sviluppo urbanistico e socio-economico della città.
Abbiamo il dovere di cercare di cambiarlo".
Questa promessa prenderà sempre più corpo. Il Piano in questi mesi non verrà mai pubblicato e
nel contempo la giunta Miele finirà per affidare l'incarico di consulenza all'architetto
Sandro Benedetti, per uno studio di verifica del precedente elaborato urbanistico di De Lucia.
E Benedetti ha riassunto e consegnato nelle mani del sindaco, le sue conclusioni, riassunte
in 29 pagine, titolando il documento "consulenza sullo stato della variante generale di
P.R.G. conseguente l'adozione".
Ma cosa racchiude l'analisi dell'architetto e professore romano, che si sofferma
esclusivamente sui 27 emendamenti aggiuntivi presentati all'iniziale progetto De Lucia?
"Emendamenti a volte conflittuali tra loro e che alla fine stravolgono il Piano". Le
conclusioni a cui giunge Benedetti sono "una sommatoria di appesantimenti di cubature e
di destinazioni urbanistiche introdotta dall'operazione Emendamenti e suggerisce, a
conclusione, un riesame urbanistico tale che sciolga i dubbi ora esistenti".
Con questa premessa si è giunti al Consiglio Comunale di venerdì 22 marzo.
Clima arroventato e polemiche della vigilia al vetriolo.
Il centrodestra si trova a battere un calcio di rigore decisivo per vincere la prima
grande partita politica su Formia.
L'opposizione di centrosinistra, indipendenti e Ulivo, rafforzata per l'occasione dai due
consiglieri fuoriusciti da Forza Italia, tenterà un difesa eroica, pronta ad allertare, fuori
dall'assise consiliare, Magistratura, Tar ed altri organismi amministrativi e contabili.
La parola passa quindi all'aula consiliare per la cronaca dei momenti più significativi
del dibattito. Ed i lavori consiliari iniziano con la lettura ed approvazione da parte dei
consiglieri di un ordine del giorno, letto dal sindaco Antonio Miele, di condanna dell'atto
terroristico che ha colpito e ucciso il docente del lavoro e consulente del Ministro del
lavoro Marco Biagi.
Dopo una comunicazione riguardante il mantenimento della sede territoriale ENEL di Formia,
si è passato ad affrontare il punto nodale della seduta: la deliberazione consiglio comunale
n° 124 del 21 dicembre 2000, nota come "adozione variante generale al piano regolatore.
Determinazioni".
Ed in apertura chiede la parola il consigliere Gaetano Quercia (Laboratorio dell'Ulivo) che
a nome di tutti i consiglieri di opposizione (era assente il consigliere DS Francesco Carta)
illustra una pregiudiziale, sotto forma di mozione d'ordine, in cui si evidenziano
"tutta una serie di carenze e di pareri (discordanza dell'ordine del giorno discusso dalle
circoscrizioni rispetto all'ordine del giorno presentato nel consiglio comunale di Formia)
che di fatto verrebbero ad inficiare la discussione e quindi annullare una eventuale decisione
o delibera che il consiglio comunale andrebbe ad adottare".
Il segretario generale del comune è pronto a rassicurare: "l'ordine del giorno formulato è
pienamente legittimo".
Prende poi la parola il sindaco Antonio Miele che illustra i motivi che hanno spinto la giunta
e la maggioranza di centrodestra a rimettere in discussione la variante urbanistica progettata
dall'architetto De Lucia e stravolta successivamente da tutta una serie di emendamenti
aggiuntivi. Un percorso che non soddisfa le esigenze di sviluppo della città definito un colpo
di mano voluto da "una maggioranza (13 voti) che non c'era."
A questo punto la parola passa all'architetto Sandro Benedetti, che viene invitato ad
illustrare al consiglio la sua relazione. Un incarico di analisi, di studio dello strumento
che attualmente esiste. Chiarisce subito, in apertura di intervento, che intende rispettare
il lavoro dell'illustre collega. Non farà quindi polemica personale con Vezio De Lucia.
Come abbiamo del resto già annotato nella fase di presentazione, l'architetto Benedetti ha
motivato e ribadito lo stravolgimento del Piano e l'ambiguità conseguente all'impatto dei
27 emendamenti sovrapposti, che in alcuni casi del PUE arrivano a 38.
Il Piano De Lucia più il Piano degli Emendamenti sono un quadro unico. E qui il consulente
romano cita il dirigente dell'Ufficio Urbanistico Stefania Della Notte che ha parlato
"di difficoltà tecniche per graficizzare le schede a supporto degli emendamenti e di
vuoto normativo esistente".
Ma l'attenzione critica si concentra su il problema delle attrezzature turistico-ricettive,
sul problema dello sviluppo residenziale ed ancora sulla crescita commerciale-terziario-
polifunzionale.
"Questi emendamenti non sono discordanti rispetto al Piano ma alcuni anche tra loro, dato
che in alcuni siti si assiste alla sovrapposizione anche di tre strumenti esecutivi".
A conclusione dell'intervento, l'urbanista romano, provocato dal consigliere Luca Scipione,
prende le distanze dal consiglio comunale: "Non spetta al sottoscritto decidere o suggerire
le scelte da adottare. Io rappresento una componente esterna al consiglio". Iniziano quindi
gli interventi dei consiglieri:
Efficace, pungente e documentato l'intervento dell'indipendente Sandro Zangrillo.
Il consigliere di opposizione parla di delibera legittimamente approvato dal consiglio
comunale. A parlare è una persona che non ha partecipato al voto del 21 dicembre, e poi
cosa racconterete, rivolto alla maggioranza, agli operatori che hanno presentato i Prusst.
Per finire con un'annotazione "gli atti amministrativi sono migliorabili ma mai revocabili".
L'atmosfera, intanto si è scaldata, a Sandro Zangrillo succede al microfono Maurizio Costa
"rivendico il vanto di avere aumentato la dotazione alberghiera, rivendico la giustezza
degli emendamenti approvati alla variante De Lucia. E poi i Prusst daranno la possibilità ai
privati di intervenire, di investire".
Dopo l'intervento dell'ex assessore all'urbanistica registriamo altri forti interventi da
parte di Gaetano Quercia a Gerardo Forte, per finire alla lettura di un documento presentato
dal consigliere Francesco Carta e letto in aula dal capogruppo DS Gerardo Forte.
Cosa dice Francesco Carta: "la revoca è il frutto dei veleni di una campagna elettorale.
Il piano De Lucia è un buon programma di sviluppo sostenibile per il territorio - sostiene
Carta - siamo in dovere di ricucire il tessuto urbano. La revoca dell'adozione del Piano è
una scelta grave, bisogna recuperare un livello culturale più alto del confronto".
Ma l'assemblea viene subito dopo gelata dall'intervento del capogruppo del Ccd Salvatore
Forte. "Questa maggioranza deve rispettare un mandato elettorale che al primo punto prevedeva
la revoca della variante De Lucia. Al termine della discussione presenteremo ed approveremo
un documento di abrogazione e di revoca della delibera n° 124".
"Motivazione politica, non esistono motivazioni tecnico-giuridiche" grida Gerardo Forte e
punta il dito contro il presidente della commissione urbanistica Erasmo Ciccolella che non
ha ritenuto convocare ed informare in passato la commissione tenendola all'oscuro su tutto.
Seguono altri interventi. Luca Scipione (gruppo Indipendente) critica il metodo e la procedura
che questa maggioranza intende adottare con la revoca. Mette in guardia sulle conseguenze
anche penali della partecipazione al voto da parte dei consiglieri.
Con l'intervento dell'assessore all'urbanistica Erasmo Picano, che difende le scelte
dell'amministrazione ed il lavoro del consulente Benedetti.
Una nota di riferimento si coglie nel suo intervento dedicata a Vezio De Lucia
"salveremo alcune sue idee". Intanto il dado è tratto. Cala il sipario sul consiglio comunale
di Formia.
Viene presentato l'ordine di revocare in toto la delibera 124, l'opposizione
attraverso Maurizio Costa legge un documento che difende "con convinzione la delibera 124"
e poi abbandona l'aula in blocco; la maggioranza approva con 19 voti.
Franco Matricardi
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