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Latina. «Oltre il non luogo», la polemica. Massimo Palumbo: «Sono stato completamente
ignorato». E per Coco ha soltanto "curato" la mostra
«È con rammarico e stupore rilevare, come commento a quanto avvenuto in occasione dell’apertura
delle iniziative del Premio Lusana, seconda edizione, il mio nome inesistente in alcune
testate, e, dove menzionato, essere di colui che ha avuto "la cura dell’allestimento della mostra"».
A parlare è Massimo Palumbo.
«Ringrazio», dice Palumbo. Naturalmente la cosa non la consideriamo offensiva, siamo abituati a questo e ad
altro, ma per il bene di noi tutti e per salvaguardare la dignità professionale che mi
appartiene, oltre che per dare "a Cesare quel che è di Cesare" mi trovo, mio malgrado, a dover
far presente che il sottoscritto è il Curatore di quanto va sotto il nome Premio Lusana,
avendone, su un piano intellettuale prima, logistico e di crescita scientifica poi, realizzato
il progetto culturale nella sua completezza, avendolo, nel tempo, arricchito sul piano delle
idee e dei contenuti.
Un progetto del genere, è frutto di lavoro di anni ed è costruito nel tempo.
Poi in quest’ultima settimana è venuta anche la mostra ed il suo allestimento.
Fra giorni, se tutto andrà come ci auguriamo, arriveranno i Convegni e la presentazione del
Catalogo. Il tutto nato e cresciuto in un ambito ben preciso che è un Consiglio dell’Ordine
degli Architetti, ove tutti i consiglieri hanno dato consenso a quanto veniva fatto nel
tempo dallo scrivente, contribuendo a vario titolo al progetto.
Il Consiglio dell’Ordine attraverso passaggi e verifiche, ha dato allo scrivente
l’incarico di curare, nel senso di averne una curatela progettuale e di realizzazione,
la manifestazione denominata "Premio Lusana Seconda edizione" col fine di una buona riuscita,
almeno quanto quella che i giornali locali stanno riportando.
La stampa ha riportato inesattezze alle quali speriamo e vogliamo porre riparo.
Non sappiamo se l’equivoco è involontario o se c’è stata mala fede. A questo punto non ci
interessa neanche sapere, non serve».
«Nello specifico il sottoscritto dopo aver avuto cura del Progetto Lusana e questo nella sua
interezza culturale, ripeto interezza culturale, oggi scopre di aver ricoperto il ruolo,
anche se nobile, di chi ha allestito una mostra. Se la stampa riporta notizie errate,
è nostro compito e dovere chiedere cortesemente una correzione.
Il Premio Lusana sicuramente è un progetto che viene da lontano, un lavoro ed un impegno
almeno decennale per la crescita di una figura, quella dell’architetto, alla quale una
bega stupida di questo tipo non può che far male.
Chi ci conosce sa quanto abbiamo fatto in passato e quanto è stato profuso in termini anche
di contenuti, manifestazioni, eventi, ed altro. Ci fa piacere oggi leggere sulla
cronaca di una biennale d’Architettura a Latina, come ci fa piacere leggere il legame
tra Arte e Architettura ritrovato nei progetti e sollecitato nel bando di concorso.
Solo chi ci conosce sa gli sforzi profusi in tante e diverse occasioni a favore di questi temi.
Oggi abbiamo portato a compimento sicuramente un progetto grande per la nostra città:
l’essere riusciti a creare le condizioni non solo di riaffermare quanto da anni andiamo
dicendo sull’Architettura, sul valore dell’Architettura come bene della società, come valore
etico, ma e di questo siamo orgogliosi, di essere riusciti a realizzare una cosa storica,
un concorso di progettazione a scala nazionale in un area strategica della nostra città.
Un concorso d’idee, di progettazione a Latina dopo ben trent’anni e non sono pochi.
La generazione di architetti alla quale appartiene il sottoscritto da decenni attende da
una qualche amministrazione della nostra provincia, della nostra città, un concorso d’idee,
un concorso di progettazione. Da una parte non disperiamo. Dall’altra la soddisfazione
oggi di aver dimostrato che la cosa, se si vuole, è possibile.
Importante e significativa in questa storia è stata la sinergia creatasi con la Camera
di Commercio e la sua dirigenza alla quale va il nostro grazie, senza dimenticare l’unità
di intenti avuti da subito personalmente con la Signora Pina Sorrentino, che ha promosso
e spinto l’idea del Concorso presso la dirigenza Camerale.
Ed allora per tornare ad essere positivi e propositivi
mi sembra opportuno e doveroso porre all’attenzione degli organi di informazione e di stampa
alcune considerazioni che hanno fatto da guida al nostro lavoro.
La politica per la qualità dell'architettura è stata di porre all' attenzione, non solo degli
addetti ai lavori ma della società civile in genere e del mondo politico, uno strumento in
grado di garantire una reale concorrenza, fondata sulla qualità del prodotto: il concorso
di architettura. In Italia si fanno ancora pochi concorsi di idea di architettura e nella
nostra provincia poi, la cosa è senz’altro più grave.
Le "idee", noi pensiamo, sono la traduzione e la visibilità della cultura architettonica
contemporanea. Risulta pertanto importante riuscire a creare sinergie tra le istituzioni e
gli organi competenti la gestione e la promozione del territorio, per poter realizzare
concorsi di progettazione. I concorsi e le idee sono utili per far emergere buona
architettura e costruire città migliori. Da troppo tempo la qualità architettonica
è considerata un qualcosa di superfluo, quando invece si sa che un' opera di architettura
è un bene sociale ed un investimento capace di riqualificare e dare vita a brani di città.
Fare Architettura significa fare e promuovere cultura... Attraverso il Bando del Concorso,
così come strutturato, abbiamo chiesto progetti innovativi. Progetti già sollecitati in
occasione del primo premio Ernesto Lusana, e considerati punto di partenza anche per questa
seconda edizione. Un Premio d’Architettura aperto alle molteplici possibilità e proposte,
oltre che occasione non secondaria per riaffermare l’obiettivo della qualità del progetto
porta segnali di innovazione nelle proposte.
L’idea del Premio Ernesto Lusana pensato per ricordare un amico ed un architetto,
che tanto aveva dato all’Architettura come etica di valori che durano nel tempo,
ci interessava anche per istituire, a cadenza biennale, un premio d’Architettura con lo
scopo di sollecitare progetti nuovi e capaci di valorizzare anche il senso della nostra
contemporaneità.
"...oltre il nonluogo,
ipotesi progettuali per uno spazio urbano di una città del novecento:
Latina..
è il titolo dato al Concorso Nazionale d’Idee, riferito ad un area del centro storico di
Latina: l’area delle ex autolinee.
Perchè il cittadino si senta di casa nella propria città è necessario che possa fruire di
un tessuto comune di segni e di significati che costituiscano l’individualità, lo
stile di luoghi, di ambienti e spazi della città nel suo insieme».
Mauro Cascio
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