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Latina. Welfare. Livia Turco: «La vera sfida è quella di allargare le tutele a chi ne è
escluso. Penso che il Governo debba fare marcia indietro»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Livia Turco, a Latina per un incontro organizzato
dai Democratici di Sinistra.
Livia Turco è in Parlamento dal 1987. Tredici anni di impegno per i diritti delle donne, per la difesa del lavoro, per la tutela della maternità, per l'armonizzazione fra i tempi di lavoro e quelli di vita, per le pari opportunità. Dal 1996 al 2001 Ministro per la Solidarietà Sociale.
«La vera sfida di quanto sta succedendo in questi giorni è il suo contenuto etico. Per questo, la manifestazione prossimo ventura è tremendamente impegnativa sul piano politico. La domanda cui siamo di fronte, governo e centrosinistra, è come rispondere, quale sbocco dare alla mobilitazione dei sindacati che ha coinvolto milioni di persone sulla base di un contenuto molto semplice e netto: i diritti e la dignità della persona nel lavoro. Il tema è allargare le tutele a chi è escluso, ai giovani e alle donne, offrire diritti ai lavori che oggi espongono al rischio di povertà? Oppure è quello della riduzione dei costi delle imprese e di una loro ulteriore mano libera nell'uso della forza lavoro? Se il tema è il primo, cosa aspetta il governo a presentare la proposta di uno Statuto dei lavori, una riforma degli ammortizzatori sociali e la legge sul reddito minimo di inserimento? Statuto dei lavori significa prevedere un sistema di diritti che attengono la persona, qualsiasi lavoro essa svolga, e dunque diritti che accompagnino ciascuno dei lavori svolti. Il diritto a maturare una pensione decente, al sostegno alla maternità e paternità, a non cadere nella povertà e avere una tutela del reddito quando si passa da un lavoro all'altro, il diritto alla salute, il diritto a un salario decente. Significa avere una grande chiarezza di impostazione di questa nuova rete dei diritti: che non significa mettere in discussione lo Statuto dei lavoratori. Si tratta, viceversa, di costruire attorno a questo nucleo fondamentale e intangibile un continuum di diritti. Oggi, per esempio, i collaboratori coordinati e continuativi non possono accedere a determinati istituti di garanzia come l'indennità di disoccupazione, la ricongiunzione e i riscatti dei periodi previdenziali, l'accesso al credito, la deduzione delle spese sostenute per la formazione o l'acquisto di strumenti informatici. Questo noi intendiamo quando parliamo di estensione di tutele, di allargamento dei diritti, di inclusione degli esclusi. Possiamo discutere di questo?»
Marco Battistini
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