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Latina. Candidature. Roma decide a metà. Zaccheo potrebbe correre solo e An trovare un nuovo candidato, evitando la rottura con Forza Italia

Tutto e il contrario di tutto. Si è concluso con un sostanziale niente di fatto il supervertice romano che avrebbe dovuto dirimere le controversie. Qualcuno ha anche parlato di chiarificazione avvenuta. In realtà ognuno è rimasto nelle sue posizioni. Vincenzo Zaccheo continua a farsi paladino della questione morale. «Non posso governare assieme alle persone che ho combattuto». E si riferisce a Redi e Catani che, nell'immaginario di parte della collettività, rappresenterebbero il vecchio potere che sta tentando di arrivare nei posti che contano. E Giuseppe Mochi è fedele interprete di questo sentimento. Ma c'è anche in piedi il discorso che ognuno a casa sua fa come gli pare ed "un partito non può permettersi di porre veti alle candidature dei suoi alleati". Così la questione è arrivata a Roma. Se ne è parlato, si è litigato ma, sostanzialmente, si è rinviata ulteriormente la decisione ultima. La sensazione generale è comunque quella di preservare l'unità della Coalizione. Potrebbe in definitiva accadere che An venga invitata a designare un altro candidato. Zaccheo correrebbe da solo con una lista civica, ma sarebbe, a conti fatti, votato al martirio. La seconda ipotesi è quella della spaccatura netta. Forza Italia avrebbe già pronto il suo candidato. Si fa il nome di Romagnoli. Persino di Maurizio Calvi. Ma ovviamente la riservatezza è massima. Anche in questo caso è proprio Zaccheo a correre i rischi maggiori. L'esito della sfida tra An da un lato e Forza Italia e Udc dall'altro, con i cattolici in forte crescita, non è poi così scontato. Insomma, quel che pare, allo stato attuale, è che Zaccheo non sia in posizione di forza e che, gli piaccia o no, alla fine dovrà accettare le candidature della discordia. La bella figura in fondo già l'ha fatta. Ha tentato di puntare i piedi in nome della trasparenza e dell'onestà. Perché correre rischi?

Mauro Cascio


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