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Gaeta. Elezioni. Antonio di Pietro: «Con queste amministrative e poi con le
europee il centrosinistra ha finalmente l'occasione di riscattarsi»
Chi scrive ha avuto l'occasione di poter intervistare l'europarlamentare Antonio Di Pietro in
occasione dell'apertura della campagna elettorale a Gaeta per la sua lista «L'Italia dei Valori»,
che presenta come capolista il medico chirurgo dentista Francesco Como e che sostiene
la candidatura a sindaco del presidente del consiglio comunale uscente il docente Damiano
Di Ciaccio.
Giunge accolto da una piccola folla di suoi fans mentre alcune bandiere del movimento
sventolano dinanzi all'ex Bar Gelo, divenuto il quartier generale delle forze di
centrosinistra. È un personaggio affabile, anche se denota la stanchezza della giornata. È
al suo terzo comizio in giro per l'Italia e le liste si sono chiuse soltanto alle ore 12
dello stesso giorno. Intorno alcuni "personaggi" che reclamano con grande dignità
diritti che ritengono calpestati e che gli consegnano voluminosi dossier, alcuni tra
il pubblico commenta "come se non gli mancassero già abbastanza dossier da studiare".
Un cittadino appartenente alla terza età ostenta una cartella con su scritto una richiesta
di aiuto. Di Pietro si ferma, legge con attenzione e prende il fascicolo e rassicurandolo
porge il dossier alla segretaria che lo segue a distanza. Il primo incontro è con il sindaco
Silvio D'Amante, sindaco uscente dopo due mandati amministrativi. Di Pietro vuole sentire da
lui alcune riflessioni sulla realtà locale prima di prendere la parola. Non vuole essere una
voce "stonata" rispetto a quanto esprime il centrosinistra a Gaeta. Infatti il suo intervento
si apre, dopo quello iniziale del candidato Di Ciaccio, con un saluto a D'Amante. Punta sulla
continuità affermando che "la politica è spirito di servizio e, pertanto, gli incarichi
debbono essere transitori e dopo due-tre volte occorre il cambio. Garantire comunque a
Gaeta la continuità con l'amministrazione uscente: come prima, più di prima. Rispetto per
il primo cittadino uscente. Ho iniziato subito la campagna elettorale poiché non ho né giornali
né televisioni. Debbo girare l'Italia per poter ogni volta contattare cinquanta o più persone,
mentre altri accendono le loro televisioni e dialogano con milioni di italiani. Per noi la
questione morale è fondamentale. Perché i bidelli o i vigili urbani per poter fare il loro
lavoro debbono - prima dell'assunzione - dimostrare di essere incensurati mentre i
parlamentari possono essere eletti anche se hanno precedenti penali? Sto nel centrosinistra
perché nel centrodestra fanno le leggi per loro uso e consumo. Un esempio? Io sono
europarlamentare ed ogni mese il mio stipendio viene accreditato regolarmente in Italia,
visto che siamo nell'Unione Europea. Perché allora tutto quel chiasso per il ritorno dei
capitali dall'estero? Poiché andava garantito che non si sarebbe garantito sulla loro
provenienza.
Il parlamento nazionale ha approvato una norma criminogena che non produce criminalità ma
impunità. La questione morale è tornata di attualità. All'inizio eravamo in pochi ai girotondi.
Poi in tanti ci hanno seguiti".
Perché votare un candidato di centrosinistra?
Perché lavoreranno
per una società più giusta. La prima operazione si può fare tramite una corretta ed attenta
lettura del bilancio comunale. È nelle pieghe del bilancio che bisogna individuare nuovi
fondi per le iniziative sociali come le pari opportunità, la tutela delle fasce più deboli e
le provvidenze per i giovani".
Durante il comizio al suo fianco oltre al capolista dell'Italia dei Valori e al candidato
del centrosinistra vi è il coordinatore della provincia di Latina per il suo movimento
Giuseppina Schettino, che alle ultime elezioni politiche si candidò alla camera dei deputati
ottenendo un buon risultato elettorale, nonostante la povertà dei mezzi a disposizione.
Al termine del comizio è lei a presentarmi ad Antonio Di Pietro per l'intervista concordata
da tempo, al quale mi presento con il corrispondente Gian Paolo Mongillo, con il quale
concordiamo di rivolgere all'esponente storico di mani pulite alcune domande.
Le presento al mio interlocutore tutte di fila ed il suo primo commento - con il sorriso
sulle labbra - è "queste non sono domande, sono sostanziose, sono domandone".
Quali sono i suoi rapporti con Francesco Rutelli, dopo lo sgarbo del comizio in piazza?
(trattasi di quando recentemente il leader dell'opposizione si rifiutò categoricamente
di farlo parlare perché - disse - il comizio era riservato agli esponenti dell'Ulivo, NdR).
«Le opportunità avanzano, le scortesie restano. Io con Rutelli continuerò sempre a dialogare,
ma vado a cena con gli amici. Dobbiamo rifondare il centrosinistra nel rispetto dei ruoli di
ognuno. Non si nomina prima l'amministratore del condominio senza avere il fabbricato.
Prima ci costruisce l'immobile, poi si decide chi sono i condomini e poi tutti insieme si
sceglie il coordinatore».
Come giudica i fatti di Napoli che vedono
indagati numerosi appartenenti alle forze dell'ordine?
«Io nella mia vita sono stato commissario di polizia, magistrato ed ora avvocato. Ho
imparato a non giudicare i fatti da quello che dicono i giornali ed i politici. Io rispetto
sia i poliziotti che i magistrati e so che non si può fare una valutazione dei fatti senza
leggere integralmente l'ordinanza.
Bisogna andare nel concreto e ricordarsi che va rispettato il principio di innocenza, come
sta avvenendo per l'efferato delitto di Cogne. Certo vi è ad esempio una donna a Napoli
che denunzia molestie sessuali, in questo caso o sono vere e il responsabile deve essere
punito o sono false e in questo caso la donna va punita per le sue false accuse. Non vi sono
alternative. Io stesso spesso leggo sui giornali cose che non ho mai detto o fatto».
Qual è il ruolo che l' «Italia dei Valori» intende avere nel centrosinistra?
«Vuole favorire un messaggio politico in positivo. Sono trascorsi dieci anni da mani pulite
e la politica ha mancato il suo rinnovamento: non ha fatto e non ha dato esiti positivi.
Prendiamo ad esempio le due recenti nomine dei giudici della Corte Costituzionale, dopo un
lungo periodo di fumate bianche da parte del parlamento. Io ricordo bene l'avvocato Vaccarella,
abbiamo eletto il legale di Previti e di Berlusconi. La Corte Costituzionale è il verbo del
nostro Stato, una volta si diceva "l'ha detto la Corte Costituzionale" ed ogni
discussione cessava. Sapete come si è votato? Alle ore 12 sono arrivati i bigliettini
con su scritti i due nomi da votare. E Mancuso che contesta perché non è stato indicato il
nipote che è già nel Csm. Noi non siamo un partito che possa accettare i bigliettini, noi
vogliamo discutere sulle decisioni che vengono prese. Comunque cerchiamo a tutti i costi
la comunità di intenti con le altre forze del centrosinistra, come qui a Gaeta in occasione
delle elezioni amministrative».
Dopo la mia intervista, Alessio Valente, esponente della Margherita, mi spiegherà che
all'inizio gli esponenti dell'Italia dei valori erano favorevoli ad una lista unitaria
poi hanno deciso diversamente quando Di Pietro li ha invitati a cercare visibilità
con una propria lista.
Quali sono le strategie che intende attuare per il futuro?
«Iniziamo sin d'ora - in piena campagna elettorale - una raccolta di firme per un referendum
abrogativo sulle norme approvate dal centrodestra che interessano la questione morale.
Nel contempo attueremo un Osservatorio per monitorare le situazioni. Dai cittadini chiediamo
un contributo a migliorare».
Che cosa c'è di concreto sul progetto della Casa delle Solidarietà e, inoltre, ha considerato
che lei dispone di un elettorato che in parte è di destra e che la segue per simpatia
personale e che potrebbe provare disagio a vederla in una alleanza stretta non tanto con i
Verdi ma con i Comunisti Italiani?
«Si, lei ha ragione. Ma questi due partiti sono stati i primi a rispondere al nostro appello
di lavoro comune in nome della solidarietà come alternativa agli interessi di parte espressi
dalle forze di centrodestra. Ora continueremo il confronto politico a tutto campo nel centro
sinistra».
Ritiene che si arriverà ad una nuova leadership nel centrosinistra dopo la sconfitta alle
politiche dell'anno scorso?
«Se fossimo in Francia saprei risponderle. Comunque ora con le amministrative e poi con le
europee abbiamo la possibilità di un riscatto.
Noi contiamo sugli elettori che non vogliono provvedimenti che gridano allo scandalo.
Dobbiamo fare a Roma quello che con i girotondi si sta facendo in tutta Italia: reagire con
un riscatto sociale».
Marcello Caliman
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